top of page

SMEMORATEZZE E NUOVI INIZI

 

​

Gli italiani passarono dall’entusiasmo per l’impero all’oblio del dopoguerra. La guerra scatenata dal fascismo contro l’Etiopia era stata però un evento centrale, sia per i risvolti internazionali, sia in una prospettiva di storia nazionale, dato il suo forte impatto sulla vita degli italiani.

Olindo De Napoli, Introduzione, in Carmelo Sirianni, VI Battaglione Libico, Viella, Roma, 2016, p. 9.

 

Quell'esperienza imperiale coinvolse in maniera rilevante gli italiani. In Italia miti coloniali erano già attivi da tempo, ma oltre a usarne di vecchi la propaganda di regime ne forgiò di nuovi, imprimendo loro una forza sino ad allora non conosciuta. Ciò avvenne anche attraverso l'esperienza diretta prima di mezzo milioni di italiani portati nel Corno d'Africa a combattere e poi di circa un centinaio di migliaia che vi vissero da coloni. Non sempre ciò produsse il consenso che il regime si attendeva e, quando pure esso vi fu, si rivelò assai volatile e presto scomparve o si ridimensionò molto. Di fronte alla sconfitta finale, poi, molti dimenticarono.

Nicola Labanca, La guerra d'Etiopia 1935-1941, il Mulino, Bologna, 2015, pp. 256-257.

 

L'ex ministro delle colonie, Alessandro Lessona, il più ostinato negatore dell'impiego in Africa dei gas. Nel novembre 1985 scriveva, ad esempio: "L'Italia condusse la guerra contro l'Etiopia correttamente. Al ministero delle Colonie non giunsero mai notizie che il comando militare avesse dato ordini di usare l'iprite". Continuò a negare sino alla morte, anche dopo che gli erano stati posti sotto gli occhi, nel corso di una trasmissione televisiva, i telegrammi da lui firmati, che autorizzavano l'uso dei gas. Il personaggio viveva certamente in una dimensione onirica, tanto che il 9 settembre 1991, giorno in cui compiva 100 anni, sollecitato da un giornalista a rivelare quale fosse il suo grande rimpianto dei suoi cent'anni, rispondeva: "il fatto che l'Europa non cerchi di riconquistare l'Africa: un baluardo nel caso che i giapponesi o i cinesi ci vogliano attaccare dall'Estremo Oriente".

Angelo Del Boca, L'Africa nella coscienza degli italiani, Mondadori, Milano, 2002, pp. VII-VIII 

​

Grazie a Sirianni veniamo a sapere che dei gas in buona parte nell’esercito si è a conoscenza; almeno su alcuni fronti se ne ha notizia e se ne parla correntemente. Tutto ciò aiuta a rileggere il silenzio assordante di chi scriverà della campagna etiopica lungo i decenni successivi dimenticando quel terribile capitolo, continuando a obbedire in fondo a quella che era stata una direttiva del regime. Raccontarne sarà ignominioso, perché segno di una guerra combattuta slealmente: ne nascerà una sorta di congiura del silenzio.

Olindo De Napoli, Introduzione, in Carmelo Sirianni, VI Battaglione Libico, Viella, Roma, 2016, p. 54.

 

«Quando ritornammo nel nostro Paese, vittoriosi per volontà e grazia di Dio, a tutto pensammo meno che a impegnarci in atti di vendetta. Il nostro scopo più urgente era quello di organizzare e sviluppare la nostra Patria». 

Haile Selassie, Imperatore d'Etiopia, cit. in Angelo Del Boca, Il Negus. Vita e morte dell'ultimo re dei re, Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 364.

bottom of page